Smart Working oggi: a che punto siamo?

Sono passati ormai due anni da quando lo smart working è entrato nella nostra quotidianità. Fra chi è tornato in ufficio e chi invece è rimasto sulla scrivania di casa, com’è la situazione Smart Working oggi e quanto pesa sul lato energia?

Smart Working in numeri

Secondo i risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, il lavoro in Smart Working cambia a seconda della grandezza dell’azienda:

  • le PA e le PMI contano 500 mila lavoratori in meno in Smart Working rispetto al 2021 preferendo la presenza rispetto al lavoro da remoto. Lo Smart Working viene considerato come una soluzione di emergenza passando così dal 53% al 48% delle PMI che hanno ancora attivo lo Smart Working e dal 67% al 57% per quanto riguarda le PA.
  • Le grandi imprese, invece, continuano a prediligere la soluzione Smart Working: sono ben il 50% i lavoratori da remoto, numero che si ipotizza aumenterà nel prossimo anno fino ad arrivare a 3,63 milioni di Smart Worker. Una tendenza opposta quindi rispetto alle PMI e alle PA: dall’81% di lavoratori in Smart Working nel 2021 siamo passati al 91%.

Smart Working ed energia

Con l’aumento dei costi energetici, lo Smart Working si è rivelato essere una mossa vincente per le aziende anche in questo momento di post-pandemia. Basti pensare che con solo due giorni a settimana di Smart Working, l’azienda risparmia in media circa 1.000 euro all’anno. Tuttavia, la spesa per il lavoratore non è indifferente: si parla di un aumento dei costi dei consumi domestici di luce e gas fino a 400 euro l’anno. A questo proposito interviene Fiorella Crespi, Direttrice dell’Osservatorio Smart Working:

“In questo momento di grave tensione su costi energetici e inflazione, questo risparmio potrebbe essere impiegato per fronteggiare la crisi e sostenere la redditività aziendale e il potere d’acquisto dei lavoratori. Le organizzazioni potrebbero valutare di restituire ai lavoratori una parte del risparmio ottenuto, ma nella nostra rilevazione oggi solo il 13% delle aziende del campione prevede per i lavoratori che lavorano da remoto dei bonus o rimborsi che non siano buoni pasto”.

Smart Working e ambiente

La questione ambientale è diventata sempre più seria e ogni contributo che possa ridurre il livello di CO2 è ben accetto. Grazie anche solo alla riduzione degli spostamenti casa-azienda, abbiamo un risparmio di 350 Kg di CO2. Calcolando il risparmio di tali emissioni con l’aggiunta del risparmio di emissioni di CO2 dell’azienda che ha ancora attivo lo Smart Working, si ottiene un assorbimento di CO2 paragonabile all’effetto che avrebbe un enorme bosco grande otto volte Milano.

Smart Working, cosa avverrà in futuro?

In termini di benessere lavorativo, lo Smart Worker ottiene migliori risultati rispetto ad un on -site worker (il lavoratore tradizionale), o ad un remote non smart worker (il lavoratore che opera da casa, ma rispettando gli orari aziendali senza flessibilità). Se lo Smart Working porta grandi benefici, deve però essere regolamentato e perfezionato al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali nel modo più competitivo.

Se anche tu lavori da casa e vuoi risparmiare sulle bollette, chiama il nostro numero verde 800 295 960 e scopri i vantaggi della nostra energia.